sabato 29 dicembre 2012

Storia di una Shit Army che non si può fermare

Li hanno definiti Black Block, c'è chi ha parlato di terrorismo, chi li vorrebbe dietro le sbarre, chi li chiama Hacker, chi li etichetta come nazifascisti, chi li bolla come cani sciolti: sono la Shit Army, sono organizzatissimi e sono la prima vera rivoluzione culturale nata su Facebook.
Oggi li conosceremo grazie a una veloce intervista avvenuta in totale anonimato, direttamente sul profilo della loro pagina.

La Shit Army nasce il 21 novembre dall'unione di alcuni degli admin di una decina delle fan-page CC (Content Creator, ovvero quelle pagine che creano contenuti invece di copiaincollarli) per debellare a colpi di Shit-Storm quello che viene definito "cancer", il cancro, ovvero tutte quelle pagine che si appropriano di materiale creato da altri, mettendoci il proprio logo e magari monetizzando il tutto, oppure che semplicemente diffondono materiale inutile o dannoso.
Ma cos'è la Shit Army, come si muove e come si organizza una Shit-Storm?

SA è un progetto che nasce interamente su facebook, ruotando attorno alla pagina https://www.facebook.com/pages/Shit-Army/307556362686066?fref=ts unico punto di riferimento per gli utenti interessati; le "prede" vengono prese quasi in maniera democratica, tramite un sondaggio cui possono partecipare tutti gli utenti, salvo che la decisione finale spetta al direttivo, al fine di valutare l'opportunità o la serietà delle proposte; una volta decisa la pagina si crea un evento con una data e un'ora ben precisi, senza indicare l'obiettivo dell'attacco per evitare che si metta preventivamente offline.
Dopodiché si aspetta una settimana, in cui si valutano pro e contro dell'attacco, ci si organizza, si diffonde l'evento e, ancor più importante, il regolamento dell'attaccco.
Perché rivoluzione sarà, ma pure sempre con i guanti bianchi: non vengono tollerati insulti, bestemmie, propaganda e simbologia politica, che comportano l'eliminazione dal movimento.
Perché SA sarà anche un gruppo un pò brancaleonico, ma ci tiene a differenziarsi dai volgari teppisti e da chi sfrutta internet per sfogare frustrazioni e rabbia: si tratta di un attacco sistematico e calcolato, nulla viene lasciato al caso; per questo, durante l'attacco, una decina di persone dello "staff" sarà impegnata solo nel controllo dei partecipanti, per sanzionare chi sgarra.
In gioco c'è il buon nome e la credibilità della Shit Army.
Arriva il giorno, anzi, la sera dell'attacco:
la loro azione più famosa resta quella alla pagina ufficiale di Vasco Rossi, proposto dall'utenza e che sino all'ultimo se l'era rischiata contro uno degli emblemi della pagine "cancer": Tua Madre è Leggenda; la vittoria sul filo di lana del Blasco non è di quelle di cui vantarsi, il rocker emiliano è difatti sotto accusa per il suo sprezzante attacco alla libertà di pensiero a causa della sua querela (mai ritirata) a Nonciclopedia, e il popolo della rete certe cose non le dimentica facilmente (d'altronde uno dei motti di Anonymous non è proprio "Never Forgive, Never Forget"?).
Il sentimento era così diffuso che dai 1500 partecipanti iniziali, durante la Shit-Storm si è raggiunto un picco di quasi 4000 utenti, tanto che in 18 minuti la pagina è dovuta andare offline, un risultato inaspettato per tutti, segno di come ci sia una voglia di riscossa culturale in una parte dell'utenza di facebook.

La Shit-Storm non è un'azione violenta, anzi da vedere è anche un piccolo spettacolo: migliaia di persone che parlano, discutono, dialogano con gli utenti spiegando le ragioni dell'attacco e instaurano un serratissimo dibattito sulle proprie motivazioni in puro stile 2.0
Ecco che sulla pagina di Emis Killa si parla del fatto che è sbagliato supportare chi istiga all'omofobia (“I ricchioni che si fanno in strada e vorresti ammazzarli, froci!!” – Milano Male), sulla pagina del Blasco si è parlato di difesa della libertà di pensiero e di satira, in altre pagine di importanza di diritto d'autore e di rispetto delle opere altrui, oltre che dell'onestà nel non lucrare su contenuti generati da qualcun altro.
L'obiettivo? Riuscire a far capire l'importanza di questi messaggi anche solo a uno dei fan.
La Shit Army è un caso molto interessante, perché si tratta del primo movimento al mondo in grado di poter raggiungere obiettivi simili (la chiusura di una fan page con più di 3milioni di iscritti, su tutte), crescendo senza sosta di azione in azione; un'organizzazione tale da potersi permettere la schedulizzazione di una shitstorm domenicale a 6 pagine; una a 20minuti dall'altra.
Con una visita doverosa alla pagina di Don Piero Corsi, il tristemente famoso sindaco di Lerici, che incolpa le donne di istigare alla violenza.
Un allargamento al sociale e anche a nuovi media, pregustando una mobilitazione anche in altri social network e, quando la macchina sarà ormai ben rodata, a nuove realtà che inquinano la rete, culturalmente e socialmente.
Shit Army come primavera araba in salsa Facebook? Forse è questa la rivoluzione culturale che tutti stavamo aspettando.