giovedì 14 giugno 2012

Sogni rubati dall'IMU

Avevo un bel progettino fino a stamattina.

Un progettino ambizioso, forse destinato al fallimento, forse destinato al successo.

Ne ho parlato pure tanto con gli amici. Tanto. Perché era il mio sogno, perché volevo costruirmi il mio futuro, perché volevo diventare padrone di me stesso.

Volevo aprire un'agenzia di comunicazione.

Ho qualche anno di esperienza nel pubblico e nel privato (son specializzato nell'article marketing, ufficio stampa per chiarirci), e ho deciso di fare il salto: qua in zona mia ci son solo pubblicitari, d'altronde.

Tirar su un'agenzia non è che sia gratis, però.

Ci vuole una sede, mobili, ci son tasse da pagare, attrezzatura. Soldi insomma. Ma qualche risparmio ce l'ho, da parte. E per la sede c'è il pezzetto dell'appartamento nostro che abbiam deciso creare, metti che tra qualche anno si prova ad andar a convivere io o mio fratello con un'eventuale morosa.

Metti mai.

Un bello spazietto eh, l'ingresso da su un bel giardinetto, con un bel parcheggio (quello dell'alimentari sottocasa, di proprietà dei miei), ed è sulla statale. Un bel posticino, piccolo ma comodo.

Tanto per iniziare, no?

Intanto mi cercavo delle ditte clienti, fai un paio di calcoli per il budget, prospettive di crescita e riuscita, come indirizzare le campagne (e che tipo di campagne adottare).
Poi mi son fatto il preventivo su quanto costasse arredare l'appartamentino (per ora c'ha solo i muri, neanche il pavimento), ma li son spuntati i miei che, con genitoriale premura han detto "Ma scherzi? L'arrediamo noi!"

Non ci credevo eh. Poi vabbè, meglio così. Tra infissi e pavimento i miei risparmi sarebbero volati via.

Poi mi son pure trovato un amico grafico, che m'ha detto "E un grafico non ti serve? Diventiamo soci no?". Fotografi per servizi ne conosco a milioni, webdesigner idem. Sarebbe bastato assumere un commerciale e una segretaria e il gioco è fatto.

Cioè, in realtà è tutto molto più complicato ma questo è il mio blog, e nel mio blog non si parla di tecnicismi.

Intanto ho fatto mille giri all'Agenzia delle Entrate, ho contattato il commercialista, e via, pronto come non mai.

Un sogno che giorno dopo giorno cresceva. Prendeva forma. Fino ad oggi.

Oggi è stato completato il calcolo dell'IMU che dobbiam pagare per quest'appartamento e il negozio (un alimentari a conduzione familiare a meno di 200 metri da un centro commerciale):
Prima Rata 1805€ (euro più, euro meno). Milleottocentocinque.

Sticazzi.
Un mese di lavoro. Del negozio.

Wow.

E' la prima rata eh, mica il totale! Vuol dire che quest'anno per due mesi si lavora in negozio per pagare le tasse su una casa su cui già paghiamo tasse e che abbiamo già pagato l'ira di Dio per costruire.

Tipo World of Warcraft, che prima paghi il gioco, poi paghi ogni mese per giocarci. Però senza i nerd, senza i livelli e senza il divertimento. E senza gli elfi.

E poi però ci son anche le altre tasse eh! Che vuol dire che se fino a ieri per 6 mesi lavoravi per pagare tasse e altri 6 mesi lavoravi per te... Adesso per 6 mesi lavori per le tasse, 2 mesi li lavori per l'IMU e 4 per te.

Come dire che per 8 mesi l'anno lavoreremo per mantenere la Fornero, Monti, la Santanchè e il ristorante di Montecitorio.

Minchia, che culo!

Il problema però è che adesso che arrivano tutti sti soldi da pagare non è che possiam prendere e arredare un appartamento e tutto. Ci voglion soldi eh.
E quei soldi si chiaman risparmi. Perché con 4 mesi di lavoro al massimo ci vivi, mica ci arredi un'agenzia.

Boia. Ma chi li ha tutti quei risparmi? Quelli che avevano i miei son andati finiti per il pezzo nuovo dell'appartamento. E io non ne ho così tanti.

E allora ho pensato che forse alla fine a questa classe politica, a questo "governo tecnico", alla Fornero che racconta balle sugli esodati e piange parlando della manovra "lacrime e sangue"... forse a loro non interessa minimamente il destino di chi, come me, potrebbe vedersi il futuro strappato di mano.

Boh. In un'ora ho visto il mio sogno svanire. Per chissà quanto. Mah.

Grazie. Grazie mille.

Servisse almeno a qualcosa.





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